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Consolidamento dei Monasteri: un Mistero Pasquale
“Se il chicco di grano non muore….”
Poco dopo la Pasqua del 2022, una monaca passionista scriveva a un sacerdote passionista ed esordiva con queste parole: “Ricambiando i suoi auguri, la informiamo che, come comunità di Genova, non esistiamo più”.
Un momento ! Dire: “Non esistiamo più” non sembra forse una storia molto triste, dettata da nuove norme impersonali promulgate dalla Santa Sede per le comunità contemplative femminili? È possibile vederla in questo modo, e molti scelgono di farlo. Ma c’è una possibilità migliore. Se, come cristiani, facciamo risplendere la luce del mistero pasquale di Gesù su questa storia, ciò che scopriremo è motivo di stupore, di ringraziamento e di gioia. Ascoltiamo quindi il resto della storia.
La lettera della sorella continuava: “Il chicco di grano è morto per rinascere come un’unica nuova comunità insieme alla comunità del Monastero-Santuario di Santa Gemma Galgani a Lucca. Quest’anno abbiamo sperimentato più da vicino il mistero della morte e della risurrezione di Cristo vivendo questa Pasqua ‘nella nostra pelle’. E lo stupore ci coglie sempre quando scopriamo la verità delle parole del Vangelo! Per noi, Giovanni 12,24 è ora una realtà vissuta! ‘Se il chicco di grano non cade in terra e non muore, rimane solo ; ma se muore, produce molto frutto’.
“Come vorrei che anche altre Sorelle capissero che è preferibile ‘morire e rinascere’ come comunità più forte piuttosto che cercare di sopravvivere come comunità fragile perché non vogliamo cambiare luogo e abitudini. Certo, il distacco è doloroso, come ogni morte comporta dolore. Tuttavia, come la nascita di una nuova vita ci fa dimenticare la sofferenza e il travaglio del parto, così la nascita di una nuova comunità ci ha fatto toccare con mano la gioia rinnovata, l’accettazione reciproca, la possibilità di una liturgia più curata e di tempi quotidiani di preghiera sereni e costanti, tutte cose che una comunità fragile per vari motivi rischia di non poter vivere. Benediciamo il Signore per questo dono di consolidamento e, mentre gli offriamo le inevitabili difficoltà di adattamento fisico e spirituale alla nuova situazione, godiamo dei frutti ricevuti”.
“È preferibile morire e rinascere…”.
Durante tre anni, la superiora della comunità passionista di Genova-Quarto, Madre Teresa Carzino, ha ripetutamente espresso la sua preoccupazione per la mancanza di autonomia vitale nel monastero. La comunità di Genova aveva un numero sufficiente di monache, ma mancava di personale qualificato per la guida e la formazione, e di fatto non aveva avuto una professione perpetua da 35 anni. Le tre monache più giovani si facevano carico di tutti i compiti per gestire il monastero, con la conseguente sensazione di essere sopraffatte nonostante l’aiuto di tre dipendenti laici e diversi volontari. Prendendo a cuore le preoccupazioni di Madre Teresa, la Madre Presidente della nostra neonata Congregazione Monastica, insieme al Consiglio Generale, ha iniziato un’analisi delle opzioni per risolvere il dilemma, implorando al contempo la Madre di Dio di “risolvere ciò che noi non possiamo risolvere”. Il dialogo tra il Consiglio generale e la superiora di Genova ha continuato durante tutto questo tempo.
Crediamo che la risposta di Maria sia arrivata nella solennità della sua Assunzione al cielo, nel 2021. Quel giorno, la Madre Presidente e due consigliere hanno deciso di proporre alla superiora di Genova la sola soluzione che sembrava fattibile, cioè che l’intera comunità di Genova fosse consolidata con quella di Lucca. Questo comportava, ovviamente, la chiusura del bellissimo monastero di Genova, situato sul mare, e richiedeva un profondo distacco da parte di ogni monaca. Nonostante le difficoltà, però, il volto di Madre Teresa si illuminò di gioia nell’ascoltare la proposta e poi disse: “Mentre Lei proponeva questa soluzione, io stessa la ritenevo auspicabile perché ogni volta che venivo per ritiro a Lucca, ho sempre provato una grande pace”.
Attraverso la sincera ricerca della volontà del Padre e il desiderio di essere obbedienti alla Chiesa, questa unione di mente e cuore è stata un dono speciale di Maria, Regina del Mistero Pasquale, colei che sa “risolvere ciò che noi non sappiamo risolvere”. Da quel momento, un’ispirazione brillante ma calda e delicata ci ha guidato, illuminando la soluzione che il cielo desiderava. La superiora e la comunità di Lucca erano molto aperte a questa possibilità e le sorelle del Capitolo di Genova hanno raggiunto una decisione favorevole all’unanimità. Noi sentivamo che Maria Assunta in Cielo ci aveva fatto conoscere “la soluzione del cielo”. Una decisione unanime, tuttavia, non esimeva le monache di Genova dal provare “sulla loro pelle” le normali emozioni di senso di perdita, dolore, insicurezza, ecc. Tuttavia, nei loro cuori prevaleva un dolce spirito di obbedienza fiduciosa alla Chiesa. Gradualmente, nel corso di quattro mesi, le monache di Genova si sono trasferite a Lucca, fino a quando tutte hanno completato la loro “pasqua” comunitaria, il loro “passaggio pasquale”.
Tra le otto monache passioniste di Genova c’erano due consorelle francesi che nel 2017 avevano vissuto un’anteprima della loro esperienza a Genova quando il loro monastero di Mamers, in Francia, è stato chiuso e si sono trasferite nella comunità di Genova. Queste due monache sono diventate un grande incoraggiamento per tutte le altre. Infatti, suor Marie-Bernard le esortava dicendo: “Dobbiamo unirci e diventare comunità più forti per vivere meglio la nostra vocazione!”
“Se muore, produce molto frutto…”.
Le monache di Genova hanno portato nella comunità di Lucca una ventata di novità e di speranza, un’energia vitale, una preghiera più profonda e una liturgia migliore, condividendo con noi i loro doni musicali. Questa storia pasquale è troppo ricca per poterne raccontare tutti i frutti, ma nelle parole delle monache stesse noi possiamo evidenziare alcune grazie:
“La notizia di questo trasferimento è stata per me una vera morte. Ho provato paura, inquietudine, diffidenza, che ho cercato di combattere, ma non l’avevo superato del tutto pur aggrappandomi al fare la volontà di Dio. Quando sono giunta al Monastero di Lucca tutto si è trasformato. Sono stata accolta con vero amore fraterno da Madre Monica e dalle consorelle. Mi sono sentita “a casa”, nel mio Monastero, come in quello che avevo lasciato a Genova. Sono fioriti i frutti dello Spirito – “amore, gioia, pace…” – (Gal 5,22). Sperimento che l’amore di Dio ci riempie tutte e genera l’unità fra noi. Gioisco nel servire il Signore e le consorelle concretamente ogni giorno. Provo una grande pace interiore sapendo di essere dove Gesù mi vuole. Questo è un miracolo dell’Amore Misericordioso che accompagna la nostra comunità. Non posso che rallegrarmi e ringraziare Cristo Crocifisso e Risorto!”.
“… Mi sento più tranquilla, più in pace da quando sono arrivate le consorelle di Genova, perché [ora] siamo in tante; quindi la forza di vivere insieme si sente molto di più. Anche se ho avuto qualche difficoltà all’inizio per l’adattamento, pian piano sembra che noi viviamo insieme già da diversi anni”.
“Quando avete detto che sarebbero venute le monache di Genova, io ho sentito subito come se le avessi sempre viste con noi e ho pensato : “Ma guarda come ci vogliamo bene”. Questa è una grazia di Dio. Essere così aperte, senza pregiudizi, si vive serene e tranquille, e ci si vede come se ci fossimo sempre incontrate. Questo per me è il frutto dello Spirito Pasquale: amarsi, trattarsi con cordialità, rispetto, amore reciproco”.
“Qual è il frutto più grande dello Spirito che abbiamo sperimentato vivendo il mistero pasquale nell’accoglienza della comunità di Genova……? “Per me è stata ed è una vera esperienza pasquale. È iniziata con un semplice: “Sì, accogliamole!”. Per me tutto è partito da questo “Sì” e Gesù vivo, attraverso la presenza delle consorelle di Genova-Quarto, è entrato nella nostra comunità. Mi viene da dire: Gesù vivo è venuto a farci visita! Noi l’abbiamo semplicemente accolto, ognuna sicuramente con i suoi dubbi, timori.. custoditi nel silenzio del cuore “.
“Ringrazio per questa opportunità… di poter esprimere la mia esperienza nel trasferimento dal mio monastero di Genova a questo di Lucca. Ho trovato tutte le sorelle molto accoglienti e disponibili verso ognuna di noi e sinceramente noto molta affabilità da farmi pensare ai primi cristiani che si distinguevano nella carità come trasparenza di Gesù. Ho pure tanta emozione per il fervore e la ricchezza che comunicano nella Sacra Liturgia e da questa c’è tutto il sostegno per la nostra comunione con Gesù”.
Per leggere tutte le testimonianze della consolidata comunità di Lucca, consultare il sito della nostra Congregazione monastica : monachepassioniste.com
Una sorpresa in più
Per 44 anni, la stessa comunità di Lucca ha lottato per sopravvivere alla perdita di monache anziane e malate e alla mancanza di vocazioni perseveranti. Mentre il numero di sorelle nella comunità era sufficiente per ottenere l’autonomia numerica, mancavano tuttavia le persone preparate e capaci di svolgere ruoli di leadership e di formazione. Nel 2018 la Santa Sede ha nominato una superiora “pro tempore” dal nostro monastero di Whitesville, KY (USA). Anche se cinque giovani monache indonesiane erano lì per aiutare e stavano letteralmente tenendo il monastero “a galla”, il futuro appariva oscuro e offriva poche speranze. Poi, nel 2019, quando la superiora di Lucca è stata eletta Madre Presidente, lei stessa ha nominato come superiora di Lucca Sr. Monica Graffonara del nostro monastero di Loreto. Questo è stato un vero sacrificio per le monache di Loreto, ma ha iniziato subito a dare i suoi frutti, frutti che non potevamo immaginare. Tutto ciò che sapevamo allora era che Gesù stesso aveva chiesto a Santa Gemma la fondazione di un monastero di monache passioniste a Lucca. Eppure, senza vocazioni per tanti anni, ci ritrovavamo con una domanda dolorosa: “Allora perché Gesù non ci manda le vocazioni?”.
Durante il periodo di discernimento e poi di consolidamento delle comunità di Genova e Lucca, nessuna di noi avrebbe potuto immaginare come Santa Gemma stesse lavorando silenziosamente nel cuore di alcune giovani donne italiane. Infine, con grande meraviglia per tutte noi, la “unica” comunità consolidata di Lucca ha ora una postulante e quattro giovani aspiranti, con altre due all’orizzonte.
Il tempo della sinergia… per camminare in comunione
Le nuove norme della Chiesa sulla vita contemplativa femminile “interpellano” ogni comunità a guardare con verità ai requisiti per un’autentica autonomia. Questi documenti non intendono distruggere la vita contemplativa, come alcuni l’hanno proclamato a gran voce negli articoli di giornale, ma rivitalizzarla nello spirito e nella verità. L’obiettivo del consolidamento dei monasteri è esattamente quello che la parola “consolidamento” significa: rendere forti insieme.
Nel suo commento a “Vultum Dei Quaerere”, l’arcivescovo Mons. José Rodríguez Carballo O.F.M. ha scritto: “I contemplativi devono essere consapevoli di una realtà che in molti casi è critica. È arrivato il tempo della sinergia, il tempo di rafforzare il senso di appartenenza alla Chiesa e all’Ordine stesso…. Dobbiamo essere ben consapevoli che questo è il tempo di camminare in comunione, di unire le forze”.
A nome della consolidata comunità di Santa Gemma, ringraziamo il Santo Padre e il Card. João Braz Card. de Aviz, Prefetto della Congregazione Vaticana per i Religiosi, e Mons. José Rodríguez Carballo, O.F.M., Arcivescovo Segretario, per averci donato “Vultum Dei Quaerere”, “Cor Orans”, “L’arte di cercare il volto di Dio: Linee guida per la formazione delle religiose contemplative” e “Il dono della fedeltà/La gioia della perseveranza”.
Sì, le norme di questi nuovi documenti chiamano le religiose contemplative a una morte mistica, ma solo per una “rinascita mistica”, in quanto partecipiamo alla morte e alla risurrezione di Gesù. L’esperienza delle monache della nuova comunità di Lucca è una testimonianza vivente della fecondità del “mistero pasquale di consolidamento”.
“…Se il chicco di grano non cade in terra e non muore, rimane solo ma, se muore, produce molto frutto” (Gv 12,24).
Vi domandiamo di pregare per ottenere da Dio il dono benedetto di nuove e perseveranti vocazioni per Lucca e per tutti i nostri monasteri passionisti nel mondo. Grazie.
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