Salve, San Paolo della Croce!
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Care Madri, Sorelle, Oblate e Giovani in formazione
Con tutto il cuore invio a ciascuna di voi un saluto cordiale e orante, a nome di tutto il mio Consiglio, per una santa e gioiosa celebrazione della festa del nostro Santo Fondatore. Che ognuna di voi possa sperimentare la sua sollecitudine e la sua presenza sempre vicina, lui che ha tanto sofferto e pregato per la fondazione delle Monache Passioniste e che anche ora prega in paradiso perché siamo autenticamente sante e perché le nostre comunità portino frutti abbondanti per le anime!
Mentre meditiamo sulla testimonianza della vita di San Paolo della Croce, il suo insegnamento sulla preghiera e la sua missione, non possiamo non commuoverci di nuovo e profondamente per il grande dipinto che si trova sopra l’altare della sua urna nella cappella laterale della basilica dei Ss. Giovanni e Paolo a Roma. Questo dipinto ritrae le esperienze mistiche vissute da Paolo dell’Amore trinitario che fluisce senza fine dal Cuore trafitto dell’Agnello, l’amatissimo Figlio del Padre, Gesù.
È qui che Paolo, bevendo spiritualmente dal costato trafitto di Cristo, ha trovato – e lo troveremo anche noi – “il dono della fedeltà e la gioia della perseveranza”. E’ qui dove, veramente, in tutte le nostre croci, gioie, sofferenze dell’anima o del corpo, nella vita comunitaria e i lavori di ogni giorno, potremo sempre trovare la forza di essere fedeli e di perseverare nella nostra vocazione passionista fino alla morte. Qui c’è la “linfa vitale” che mantiene vivo il nostro carisma, sempre rigenerante e fecondo. Qui impariamo a “rimanere” nell’amore di Nostro Signore, come Egli ci comanda in Giovanni 15,9.
Vorrei incoraggiarvi a leggere e meditare le sezioni teologiche del documento pubblicato dalla Santa Sede nel 2020 intitolato: “Il dono della fedeltà, la gioia della perseveranza”, che porta il sottotitolo: “Manete in dilectione mea” (Rimanete nel mio amore). Riporto qui il n. 102 di questo importante documento:
Il nostro santo fondatore è un esempio convincente di “discepolo” che si è immerso nella “atmosfera filiale” dell’ “incessante scambio d’amore” tra il Padre e il Figlio nel dono dello Spirito Santo. Il consiglio più volte più volte ripetuto da Paolo alle persone che lui dirigeva spiritualmente di rimanere con Gesù nel seno del Padre è una grazia preziosa che noi passioniste possiamo chiedere al nostro fondatore, implorandolo di ottenercela affinché in questi tempi calamitosi, qualunque cosa accada nella Chiesa, nelle nostre comunità e nella nostra stessa vita, possiamo veramente portare il frutto abbondante che il Padre celeste desidera da noi (cfr. Gv 15,8).
Vi lascio quindi con queste riflessioni, pregando sempre che ognuna di noi non cessi mai di impegnarsi fortemente ad essere una persona di vera preghiera interiore, come Paolo voleva per le sue monache, e come è delineato in modo così splendido per noi nella Regola e nelle Costituzioni che dovremmo studiare continuamente. Allora la nostra piccola congregazione monastica sopravviverà a questi difficili inizi. Allora, attraverso Gesù, con Lui e in Lui, e in unione con la Madre Addolorata, porteremo i frutti abbondanti che il Padre vuole da noi. Per questa intenzione, preghiamo le une per le altre.
Con auguri gioiosi a tutte e a ciascuna, nel Cuore trafitto di Gesù,
a nome del Consiglio Generale